lunedì 25 novembre 2013

Lanzetti: «Il mio omaggio al grande JFK»


L’ex voce della PFM al “Filo” per lo spettacolo “The dream” dedicato a Kennedy

L’articolo a seguire è di Elena Bagarotti, un’ introduzione/ intervista a Bernardo che ha anticipato The Dream”, lo spettacolo andato in scena a Piacenza il 21 novembre, al Teatro dei Filodrammatici, a ricordo dei 50 anni dalla scomparsa di John Kennedy.
A fine post è presente l’immagine dell’articolo originale, ingrandibile a colpi di clic.

Se esiste un musicista ideale per una performance dedicata a John Fitzgerald Kennedy come The dream - in scena stasera alle 21.15 con ingresso gratuito al Teatro dei Filodrammatici su un’idea di Alberto Fermi, Stefano Pareti e Alberto Dosi, con la regia di Carolina Migli Bateson, i video di Roberto Dassoni e l’interpretazione di Doris Awuah, Roberto Bernasconi, Daniele Dall’Olio e Sarah Patané -, di sicuro risponde al nome di Bernardo Lanzetti. 

Dice Bernardo: «Tantissimi motivi mi hanno spinto a partecipare a questo evento. Prima di tutto Kennedy è stato un modello per tutta la mia generazione. Io sono del ’48 e ricordo benissimo il giorno del suo assassinio: ero in ospedale per un piccolo problema e la notizia mi sconvolse. In più sono da sempre appassionato di musica americana, quella dei cantautori impegnati»

Lanzetti, una delle voci più importanti degli anni ’70, prima con gli Acqua Fragile e poi con la PFM, è reduce da un concerto che ha fatto il sold out a Parma e sta andando in tour. E’ imminente l’uscita del live Forty years of voice impossible. La sua partecipazione a The dream – patrocinato da Fondazione Gorbaciov, Editoriale Libertà, Associazione Amici del Teatro Gioco Vita, Fondazione di Piacenza e Vigevano e soprattutto dal Center For Justice & Human Rights Robert F. Kennedy - è molto sentita.

Torniamo al tuo rapporto con l’America in quel periodo... 
«Lindon Johnson, che era texano e divenne presidente dopo Kennedy, non rappresentava il suo stesso messaggio. Ed io, che andai con una borsa di studio in Texas, per questo rifiutai di stringergli la mano, mi defilai... oggi mi sembra un gesto un po’ infantile ma allora fui l’unico borsista a non volerlo incontrare. Per me è un onore poter cantare nello spettacolo su Kennedy così come parlarne ai lettori che magari stanno leggendo queste parole».

Non vogliamo svelare i brani di “The dream”ma il loro significato sì.
«Citiamo almeno Bob Dylan, che ho omaggiato in passato, così come Peter, Paul and Mary e il Nebraska di Springsteen, di cui ho tradotto i testi scarni (Lanzetti è l’unico traduttore italiano riconosciuto dal management di Bruce, ndr). Ho cantato anche il blues degli anni ’50. Questa musica porta con sé un messaggio a favore dei diritti civili». 

Invece di fermarsi al passato, magari con una di quelle reunion autocelebrative tanto in voga, ti sei spinto oltre. Questo è rischioso per un artista.
«Mi riconosco nella figura dello sperimentatore, tanto che ho interpretato anche i musical classici e cantato in inglese, francese, in spanglish e in greco antico, curando la metrica. Questo rende difficile collocarmi, d’altro canto amo sperimentare».

Un nuovo album e un tour. Cosa offre ancora il futuro?
«Ho preso le musiche degli Acqua Fragile e chiamato un’orchestra di tanghi argentini. All’epoca ci accusarono di copiare i Genesis, ora sfido chiunque a riascoltare quei brani che riproporremo, a dimostrazione del contrario, sia a livello di melodie che di armonie».

Com’è cambiato il tuo mestiere dagli anni ’70?
«Non c’è paragone. Allora la musica ti permetteva di vivere, oggi non conosco nessuno sotto i 40 anni che non faccia musica come hobby, mantenendosi in altro modo. La cosa triste è che ora si inventano personaggi che non danno nulla alla musica, la musica è funzionale al loro diventare personaggi. E c’è più disonestà. YouTube e internet permettono di trovare tutto, facendo razzie. I Beatles, i Led Zeppelin e altri grandi hanno sempre avuto l’onestà di ammettere che si rifacevano al blues o alla musica del passato. E possiedono bootleg di Springsteen che rifà più di 100 cover. Oggi nessuno lo ammette più e questo mi dà dispiacere. Tra l’altro, un rapper americano ha utilizzato un brano degli Acqua Fragile con la mia voce. La casa discografica è la stessa, quindi non posso farci niente. Se però fosse accaduto il contrario, avrei già in casa i carabinieri! ».



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